Ponterosso / Memorie a Pola
Dopo l’edizione di Trieste, svoltasi nell’ottobre del 2013, Ponterosso/Memorie a Pola si arricchisce di nuove immagini, esposte per la prima volta.
La mostra vuole ricordare lo shopping jugoslavo nelle piazze di Trieste, che ha avuto il suo apice nel 1978, con foto, immagini video, documenti e materiali d’epoca provenienti da archivi e collezioni private.
Negli anni ’70 il centro di Trieste, ma soprattutto il mercato di bancarelle della Piazza Ponterosso, diventa meta per i compratori jugoslavi che ogni sabato e durante il ponte della festa della Repubblica, 29 novembre, riempiono le vie con auto, borse e scatoloni pieni di articoli di ogni genere: alimentari, vestiti, materiale elettrico, autoricambi, giocattoli. Intere generazioni hanno acquistato a Trieste il proprio abito per una cerimonia e un avvenimento importante, il tessuto per l’abito da sposa, qualche oggetto più o meno d’oro.
La grande ricchezza portata a Trieste nell’epoca d’oro da questo shopping è stata sottovalutata. Oggi della vendita del jeans, oggetto del desiderio dell’epoca, venduti a pacchi, e di quella del caffè smerciato a 100 chili alla volta, restano solo qualche insegna di magazzini una volta affollati, alcune foto e molti ricordi.
La mostra organizzata, da Cizerouno in collaborazione con il Centro per la cultura immateriale dell’Istria del Museo Etnografico dell’Istria e la Galleria Makina di Pola è curata da Wendy D’Ercole Massimiliano Schiozzi e Nuša Hauser, sarà visitabile fino all’11 novembre, da lunedì al sabato dalle 11 alle 14.
I curatori invitano i visitatori e tutti coloro che abbiano oggetti, foto e ricordi a raccontare e a lasciare una testimonianza dei loro viaggi verso le bancarelle e i negozi di Trieste. La Galleria Makina è stata infatti scelta dal Centro per la cultura immateriale dell’Istria come luogo ideale ad ospitare questa mostra grazie alla sua posizione centrale, si trova in Kapitolinski trg, nel centro di Pola, in modo da poter essere un luogo dove ricevere e raccogliere nuovo materiale per contribuire alla ricostruzione di un memoria collettiva, e di un’epoca ancora poco studiata.
Dal gennaio 1976 a fine 1997 la mia famiglia ed io principalmente abbiamo gestito attività commerciali al valico Rabuiese e Aquilinia.
Ho vissuto quegli anni con la consapevolezza che fosse qualcosa di precario, unico e che non si ripeterà più.
E’ vero ed ora che vivo nel Centro Europa comprendo ancora di più la fortuna geopolitica che ebbe l’Italia nei primi quarant’anni del secondo dopoguerra.
Tutto sprecato, comunque, da vizi atavici di una nazione che non è mai esistita. L’ultima speranza rimane l’Europa.
A parte la folla tra le bancarelle in piazza Ponterosso dove avevo due amici ricordo i furgoni strapieni di bluejeans che di notte posteggiavano nell’autorimessa che sorgeva tra il bar Cattaruzza e la sede della Parisi dove ora c’è il supermercato Pam di viale Miramare.