Le Sirene fluide di Nina Alexopoulou e Nika Furlani
Sabato 1 aprile alle ore 18.30, al DoubleRoom arti visive di Trieste, chiude con la performance Sirene Fluide di Nina Alexopoulou e Nika Furlani, la mostra Sirene Queer, collettiva a cura di Massimo Premuda dedicata alle recenti ricerche visive di cinque artisti focalizzati sull’interesse per le sirene viste come figure mitologiche capaci di incarnare l’ibrido per eccellenza fra l’uomo e l’animale, fra il maschile e il femminile.
La performance di Nina Alexopoulou e Nika Furlani vede protagonista il corpo della performer nell’ottica di un’identità di genere fluida capace di travalicare con disinvoltura i tradizionali ruoli, fluttuando così dal maschile al femminile e ridefininendo in ogni quadro la propria identità, hic et nunc, davanti allo spettatore.
Il mito della Sirena è di per sé sconfinato, partendo dalla mitologia è approdato alla musica, all’arte, all’opera lirica e al cinema: donne uccello della mitologia, dee preolimpiche che seducevano tramite un canto sublime, donne pesce demonizzate dal cristianesimo, sono un simbolo femminile potente, in continua metamorfosi, capace di richiamare le immagini della dea preistorica, dell’ibrido per eccellenza.
L’azione pensata dalla performer greca Nina Alexopoulou e dalla fotografa triestina Nika Furlani parte così da alcune suggestioni visive estratte dai cicli fotografici della Furlani che, in una ricerca simbiotica fra corpo umano e natura, elabora nudi contemporanei su cui proietta in presa diretta con l’ausilio dell’episcopio, sorta di proiettore analogico, elementi animali e vegetali che risvegliano sulla pelle nuda percorsi esistenziali e ricordi primordiali legati a un inconscio ormai sopito.
Nasce così una performance in progress in cui, in un dialogo serrato fra le azioni della performer e il visual della fotografa, anche quest’ultimo rigorosamente live, appaiono diversi quadri sul tema dell’ibridazione assoluta fra uomo e animale: dalla classica iconografia della sirena ammaliatrice, seduttrice e incantatrice di omerica memoria, fino alle moderne donne fatali, dive e vamp, passando anche attraverso l’immaginario di vigorosi tritoni e sirenetti. Frammenti di corpo pronti a venir ricomposti in un processo creativo che ripercorre la storia dell’arte partendo dalle sirene a doppia coda delle chiese romaniche fino a quelle inglesi dei Preraffaelliti al culmine della loro bellezza!
In questo processo di sirenizzazione, o somatizzazione sirenica, il corpo della performer arriva a una sintesi simbiotica con l’esuberanza dell’elemento animale e vegetale vivente, elementi vivi pronti ad aderire e a intrecciarsi nel tempo effimero di una performance pensata come un trionfo dell’ibridazione totale fra umano e animale, maschio e femmina, fluttuando in una dimensione onirica e mitologica fuori dal tempo.
Sirene fluide assieme alla mostra Sirene Queer, curate da Massimo Premuda, rientrano nel fitto calendario di iniziative innescate nell’ambito del progetto multimediale Varcare la frontiera #4 flussi di marea, un articolato festival organizzato dall’associazione Cizerouno e curato da Mila Lazić e Massimiliano Schiozzi, che si avvale del sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della collaborazione con l’associazione Alpe Adria Cinema. La performance è stata infatti presentata in anteprima assoluta a gennaio in occasione dell’inaugurazione delle mostre della 28° edizione del Trieste Film Festival al Magazzino delle Idee, con opere di Mario Magajna, Diletta Allegra Mazza, Ugo Pierri, Aldo Sbadiglio e Daria Tommasi, nella sezione #sirene ovvero le tre giornate all’interno del TSFF di riflessione e dibattito sulle questioni di identità e di genere.
Sirene fluide
sabato 1 aprile
ore 18.30
> ingresso libero fino ad esaurimento posti <
DoubleRoom arti visive
via Canova 9, 34129 Trieste
349 1642362
doubleroomtrieste@gmail.com