Pane nostrum: un omaggio a Predrag Matvejević
Sabato 22 aprile 2017 alle ore 12, nella terrazza superiore del Giardino San Michele di Trieste, guardando il mare da sotto un glicine, si terrà un incontro sul tema del pane delle diverse culture con letture di alcuni significativi passi tratti dal lungo saggio “Pane nostro” del grande scrittore croato Predrag Matvejević, recentemente scomparso. L’evento, ripercorre il viaggio del pane attraverso i secoli e le civiltà con le incisive letture dell’attore Filippo Borghi e prevede un appetitoso assaggio dei diversi pani del Mediterraneo realizzati in collaborazione con le associazioni AnDanDes e Annadana. L’incontro di approfondimento rientra nel fitto calendario di iniziative innescate nell’ambito del progetto multimediale Varcare la frontiera #4 flussi di marea, un articolato festival organizzato dall’associazione Cizerouno e curato da Mila Lazić e Massimiliano Schiozzi, che si avvale del sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Scegliere il tema del pane e la lettura di Pane nostro è un atto fortemente voluto, attuale più che mai, come conferma Enzo Bianchi, un altro grande esperto del pane, nella conclusione della prefazione del libro: “Nell’oggi, in cui vediamo ancora una volta, e tragicamente, milioni di persone muoversi dalla fame verso il pane perché noi non siamo capaci di far muovere il pane verso la fame, questa sapiente memoria del “pane nostro” ricorda a tutti che il pane o è “nostro”, condiviso, oppure cessa di essere pane.” Il pane, quotidiano ed eterno, laico e sacro, è il soggetto del libro Pane nostro di Predrag Matvejević (2009). Il passato e la storia, il mito e la religione, l’individualità e la socialità sono contrassegnati dal pane, dalla sua presenza o, spesso, dalla sua assenza.
Matvejević ha lavorato diversi decenni sull’argomento del libro e, dopo un’accurata ricerca bibliografica sul pane, associata alla navigazione sul Mediterraneo, e in giro per il mondo, e all’esperienza personale, ha trovato la forma e il linguaggio ideale per raccontare la memoria del pane. Lo scrittore non racconta cronologicamente seimila anni di storia, ma segue gli eventi, i costumi, esplora l’origine etimologica, i fenomeni etnologici, aggiungendo l’esperienza personale e le calde reminiscenze intimistiche.
Il libro “Pane nostro” è un viaggio nel tempo e il viaggio attraverso la storia delle civiltà. Narra la storia del pane in sette capitoli che formano un’entità omogenea. Gli approcci sono diversi: temi antropologici (pane e corpo), teologici (pane e fede), sociali (pane e fame), filologiche (sementi e origine), arte (immagine e apparizioni), geografici (le vie del pane).
Ha messo sullo stesso livello fenomeni completamente diversi perché tutto quello legato al pane è ugualmente rilevante: la scissione dei cristiani sul fatto di mettere o meno il lievito nell’ostia, gravi e dolorosi detti dei rom sul pane, e sulla fame… Dopo tutto, la preghiera “Padre nostro”, la più comune e conosciuta delle preghiere cristiane, è anche un grido d’aiuto: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.