TS/NY/TS un omaggio a Leo Castelli

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Trieste è una città particolare: anello di congiunzione di paesi, culture e tradizioni, “non luogo”, per dirla alla Jan Morris, che ha dato i natali a molti personaggi chiave della cultura del ‘900. Se poi si parla di arte contemporanea certamente uno dei più celebri è Leo Castelli. Di origini ebraiche, Castelli nasce nel 1907 in una città cosmopolita e ancora imperiale, studia a Vienna e a Milano, lavora a Bucarest per poi trasferirsi prima a Parigi ed infine a New York dove diventa, assieme alla prima moglie Ileana Sonnabend, protagonista assoluto dell’esplosione del fenomeno della Pop Art.

Se c’è un uomo che incarna la relazione tra Trieste e New York è proprio Leo Castelli. TS/NY/TS Leo Castelli è il titolo della mostra che si inaugura sabato 20 dicembre alle ore 18.30 da ZimmerFrei in via di Torrebianca 10 (terzo piano) a Trieste, e che sarà visitabile fino al 31 gennaio 2015 (giovedì, venerdì e sabato dalle 17 alle 19.30).

Curata da Lorenzo Michelli per Cizerouno e promossa dall’associazione nell’ambito della manifestazione Ai confini dell’ebraismo, ebraismo ai confini, realizzata con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazioni Casali, evidenzia il rapporto tra due città diverse, distanti ma connesse attraverso uomini particolarmente brillanti. Uno di questi è Castelli, in quest’occasione tratteggiato attraverso il prezioso archivio di Nadia Bassanese, gallerista e amica di Leo Castelli , messo a disposizione proprio per far conoscere e valorizzare quelli che sono i sottili e raffinati intrecci di quest’uomo con la sua città natale.

Tra i molti materiali spiccano una corposa rassegna stampa e interessanti documenti fotografici consegnati personalmente alla gallerista nelle molte occasioni in cui s’incontrarono o ebbero modo di collaborare assieme.

Ancora una volta e nell’attuale epoca iperdigitale forse ancora di più, la mostra rileva l’importanza della conservazione e della valorizzazione degli archivi privati, ricchi di storie che formano la memoria storica di un luogo, di un’attività, di una passione. In questo caso quella per l’arte contemporanea.

1. Leo Castelli, Nadia Bassanese, Trieste/New York/Trieste

2. Interview 

3. immagini fotografiche,

4. Videodocumenti,

5. 420 West Broadway

6. Pop a Trieste

7. Una vetrina a New York

sono le sette “finestre” da cui osservare Castelli e Trieste, l’importante lavoro di Nadia Bassanese e le sue esperienze newyorkesi, ma anche l’eccezionale attività del gallerista nella celebre galleria-loft di Soho. Sono inoltre presenti foto d’autore (da Mapplethorpe a Gorgoni), ricordate alcune esposizioni triestine a lui dedicate ed esposte grafiche pop di quel periodo di autori quali Jasper Johns, Andy Warhol, Roy Licthtenstein. È esposta anche una selezione di volumi monografici dedicati a Castelli e vengono proiettati dei videodocumenti.

Chiude la mostra, ma al contempo apre a nuovi orizzonti, una citazione di un brano di Gillo Dorfles che racconta un episodio curioso accadutogli a New York sull’54° strada: un ricordo che apre a nuove prospettive, a  nuovi racconti possibili lungo la direttrice Trieste/New York.

 

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