Passiamo rapidamente davanti a Venzone, pittoresco borgo medievale abbracciato da spesse mura. Un altro contrassegno del modello friulano della ricostruzione post-sisma.
Anche qui ogni pietra è tornata a parlare come prima del terremoto, incluse quelle del campanile di Sant’Andrea Apostolo, che spunta fuori dalle mura. Da Venzone ci dirigiamo verso Carnia, alla confluenza tra Tagliamento e Fella, dove, seguendo la morfologia del territorio, la strada per l’Oltralpe si divideva, o così si crede: un ramo fletteva a nordovest in direzione Aguntum; l’altro a nordest verso Virunum, capitale del Norico. Cerchiamo un punto da cui poter scorgere l’impatto tra i due corsi d’acqua, ma non ci riusciamo. Nel giorno in cui passiamo davanti alla loro intersezione hanno portata troppo ridotta. I loro letti sono ampi, vuoti e sassosi. Quello del Tagliamento lo osserviamo da vicino all’altezza della cappella della Madonna del Ponte, in località Invillino, un po’ più a ovest dell’incontro con il Fella. L’edificio di culto fu costruito nel Seicento dagli zatterieri della Carnia che regolavano e indirizzavano il flusso di tronchi d’albero trasportati via fiume, fino a Latisana. In questo tratto il Tagliamento, a quel tempo ricco d’acqua e impetuoso, formava un insidioso vortice. Catturò più di uno zatteriere, risultandogli fatale. Dopo la costruzione della cappella nessun’altra vita fu spezzata, o almeno così narra la leggenda.
Stretta tra i rilievi prealpini e il Tagliamento, la fortezza di Venzone nel Medievo fu luogo di transito commerciale sulla via per l’Oltralpe. C’è chi ritiene che a essa vadano attribuite le clausas de Abincione citate nel diploma di Berengario del 923, forse riferimento all’esistenza di una chiusa per l’esazione dei pedaggi. A nord il Tagliamento riceve le acque del Fella, due fiumi e due valli che fin dall’età romana dettarono percorsi obbligati per raggiungere le Alpi.