Usciamo dall’autostrada a Villaco, l’antica Santicum, per immetterci sulla strada interna. Costeggiamo il lago Wörthersee e arriviamo a Klagenfurt, capoluogo della Carinzia.
Il percorso non riserva sorprese; il paesaggio non ha respiro vasto. Tutto cambia quando ci lasciamo alle spalle le lame d’asfalto e i capannoni della periferia di Klagenfurt. Si spalanca una campagna profonda, rilassante, dove la vita ha un passo ancora lento, o così pare. Fienili, campi di granturco, villaggi e chiesette. Passiamo davanti ai resti dell’anfiteatro di Virunum, capitale del Norico, ma li troviamo chiusi. Imbocchiamo allora la strada che si arrampica sul colle del Magdalensberg, e giungiamo al parco archeologico. Si trova quasi sulla cima, a mille metri d’altezza. Gli scavi hanno portato alla luce tutto lo scheletro della città romana. Heimo Dolenz, responsabile del sito, ci spiega che tantissimi archeologi, da tutto il mondo, sono venuti a farsi le ossa in questo antico centro, ben più grande e strutturato di Aguntum. Ma ebbe vita meno lunga. Fondato intorno al 50 a.C., fu abbandonato un secolo più tardi. I Romani pacificarono l’area, e venne meno l’esigenza di avere un emporio-vedetta difficile da espugnare. Così si scese a valle, dove fu costruita Virunum. Prima di ripartire ci rechiamo fin sulla vetta del colle. Scrutiamo i monti all’orizzonte e le valli in basso, e per un’ultima volta immaginiamo carri e anfore: il viaggio dei mercanti romani, e il nostro sulle loro orme.
Sulla sommità dell’altura del Magdalensberg fiorì un vasto mercato ad opera di commercianti romani originari dell’Italia settentrionale. Iscrizioni, bolli su anfora e molti altri reperti, soprattutto lucerne e oggetti in ceramica e vetro, testimoniano il rapporto privilegiato con Aquileia. Gli scavi archeologici nell’insediamento hanno messo in luce un imponente tempio, un edificio termale, numerose abitazioni, tombe e officine per la lavorazione del pregiato ferrum Noricum.